L'arte, talvolta, si nasconde dietro materiali che sembrano freddi, coriacei. Il metallo dà sempre l'impressione di essere qualcosa di poco malleabile, che si erge fiero e non viene intaccato dalle intemperie e dal passare del tempo.
Ma se il metallo incontra un artista, allora si lascia forgiare e intrecciare, quasi fosse una matassa di cotone.
Ruben Bertoldo è maestro nell'arte di creare con il metallo, ha immaginato e poi realizzato molte sculture in metallo e ha un legame speciale con Gattinara.
Lavora il metallo fin dall’età di 16 anni e nel 2005 apre il suo laboratorio a Gattinara, ottenendo il riconoscimento di Eccellenza artigiana dalla Regione Piemonte. Maestro nella forgiatura, trasforma ferro corten, alluminio e acciaio inox in opere d’arredo e sculture uniche, in cui il contrasto tra materiali e finiture diventa cifra stilistica. La sua visione va oltre la funzionalità, cercando sempre forme fuori dal comune.
Con Gattinara ha un legame speciale: infatti le sculture donate ai vincitori del concorso enologico Iron Grape sono realizzate dall'artista e cambiano ogni anno. Sono create partendo da un tralcio di vite attorno a cui si sviluppa una scultura in metallo in cui riporre una bottiglia di vino.
Ma in giro per la città ci sono altre sue opere...sono tutte da scoprire, a partire dal calice che svetta in piazza Italia. Le altre sono posizionate in diverse parti della città.
Ci sono opere "diffuse" tra le colline, grandi calici che impreziosicono i paesaggi e li rendono unici.
Ma come è nata questa idea?
Racconta Ruben Bertoldo: "Tutto è nato una sera. Ero sul balcone di casa, a Gattinara, dopo cena e ho alzato lo sguardo: cielo stellato, le colline immerse nel buio e la torre illuminata. In quel momento ho pensato: 'E se una stella cadesse proprio lì, nel buio?'. Così è nata l’idea. All'inizio volevo rappresentare delle stelle, ma poi ho capito che dovevano poggiare su qualcosa. Così ho immaginato dei piedistalli... e lì è scattata l’intuizione: non sono piedistalli, sono calici. Il nostro calice, il simbolo del territorio."
Il progetto nasce con l’idea di valorizzare il territorio attraverso installazioni luminose che stimolino la curiosità. "Chi le vede da lontano, di notte, magari si chiede 'Cos’è quella luce lassù?'... e ci va. È un modo per spingere le persone, anche del posto, a riscoprire la bellezza delle nostre colline."
Da qui inizano le Vie dei Calici
Ruben Bertoldo: "Il primo calice è stato installato a Gattinara. Poi uno al Molsino, e da lì si è creata una sorta di caccia al tesoro. Le persone cominciavano a cercarli. Alcuni mi dicevano: 'Ma dov’è quello del Molsino?' e io spiegavo. Così scoprivano luoghi meravigliosi a pochi passi da casa loro, che magari non avevano mai visto. La cosa bella è che questo progetto non è nato in ufficio, ma da un sentimento, da un legame viscerale col territorio. È un'iniziativa che parte da chi vive questi luoghi ogni giorno."
Ad oggi ci sono sette calici. Due a Gattinara, due a Roasio, uno a Villa del Bosco, uno nella vigna del Chiosso e uno privato, venduto dopo un’esposizione a Milano. Ogni calice è alto circa 4 metri, ha un pannello fotovoltaico e un piccolo faretto che illumina verso la pianura. Di notte è come vedere una stella piantata nella vegetazione.
Conclude l'artista: "Stiamo lavorando per espandere il progetto anche in altri comuni. L’idea è che ogni calice sia un invito a camminare, esplorare, scoprire. È un modo diverso di promuovere il territorio, partendo dal basso."
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