Intorno alla metà del XVII secolo la famiglia Arborio Gattinara fece realizzare sette vedute dei centri urbani appartenenti al loro feudo.
Oltre a Lenta, Ghislarengo, Arborio, Greggio, Albano e San Colombano commissionarono la veduta di Gattinara che è antecedente a quella del Theatrum Sabaudiae e che ci riporta molte informazioni sugli edifici e sul perimetro del borgo.
Nel 1660, l’editore olandese Giovanni Blaeu, sull’esempio del Teatro delle città del Belgio, da lui stampato nel 1649, decise di realizzare il Teatro delle città più principali d’Italia, comprendendo fra queste oltre a Roma, lo Stato Pontificio, Napoli e Sicilia, anche le più importanti località del Ducato Sabaudo, retto allora da Carlo Emanuele Il.
Il Duca decise di realizzare un’autonoma pubblicazione, ordinando ai Comuni ritenuti degni di essere inseriti nella pubblicazione, di predisporre piante e prospettive, con relazione allegata. La realizzazione di Gattinara venne affidata al blasonatore di corte Tommaso Borgonio che realizzerà in seguito anche lo stemma del borgo. I due volumi verranno editi nel 1682.
A seguito dell’occupazione francese degli stati sabaudi venne realizzato un nuovo catasto dei terreni e dei fabbricati, al fine di poter disporre di dati certi per il pagamento dei tributi alla repubblica francese. Il territorio di Gattinara venne suddiviso in 20 tavole oltre a quella del capoluogo che ci permette una maggior comprensione dello sviluppo del borgo.
Si può notare che all’interno del perimetro sono presenti ancora molte aree inedificate e che gli edifici religiosi sono evidenziati con colore blu.
La prima fase, evidenziata in rosso, è relativa ai dodici isolati realizzati alla fondazione del borgo (1242);
la prima espansione avvenne nel 1345, con l’edificazione del recetto a nord ovest del borgo e con una nuova cerchia di mura con pietre disposte a spina pesce, di cui è possibile la lettura ancora oggi;
la terza fase invece è quella evidenziata in giallo con la realizzazione di mura perimetrali che delimitavano gli orti urbani e che ancora oggi sono classificati come centro storico, zona A2. Il sito del recetto, distrutto dagli spagnoli nel 1617 è evidenziato con un tratteggio.
